Digital divide: a nord e a sud

Marco Trotta marco.trotta at inwind.it
Mon Sep 1 14:33:12 CEST 2003


[Due post interessanti. Il primo racconta la storia di un software
sviluppato in Inghilterra che, eliminando molta della spazzatura grafica
che invade il "nostro" web, si possa più rendere accessibile ai paesi
poveri. Il secondo, del sempre intelligente rattus norvegicus, è il
racconto di una esperienza che chiunque di noi può fare. Con una morale che
condivido al cento per cento.
MT]



+ Cut down web for digitally deprived.
Software that speeds internet access by up to 35 times has been
developed to help people in poor countries go online
<http://news.bbc.co.uk/2/hi/technology/3078243.stm>.


--Cut-here---------8<------------------8<------------------8<-------------
From: rattus norvegicus <wbario at tin.it>
To: cyber-rights at ecn.org
Subject: [cyber~rights] digital divide - never in time
Date: Fri, 08 Aug 2003 12:18:00 +0200

Approfitto della pausa estiva per qualche riflessione estemporanea. La
struttura aperta dei cyber-right credo lo consenta. Resta inteso che si
tratta soltanto di divagazioni. Anche se rigorosamente in topic. Elenchero'
allora alcuni episodi, storie di ordinaria follia on the net, che tuttavia,
nell'insieme, mi pare indichino il prender forma di un fenomeno nuovo,
rispetto al quale le argomentazioni sul "digital divide" assumono una
configurazione sorprendente e inaspettata.


Da qualche tempo riesco a rimanere collegato per un periodo molto breve.
Non saprei in che modo identificare il problema. Potrebbe essere il modem
ormai fritto, potrebbe essere l'effetto degli attacchi che subisco, come da
log del firewall.

A un certo punto mi dico: "Perche' non provare a fare il numero verde del
provider ?". Quando si e' schiacciati dalla fretta e' una delle cose meno
consigliate, ma quando ci si imbatte in un mattino d'ozio sereno, ancorche'
caldo, si puo' decidere di farlo. Anche per curiosita', per vedere come
procede, per fare due chiacchiere.
Allora compongo il numeretto e mi risponde una solerte signorina. Mi
identifica. Spiego il problema, e mi viene detto che devo parlare con i
tecnici.
Cosi' si accende una musichetta, che ogni quindici secondi mi consiglia di
non attaccare per "non perdere il vantaggio acquisito".
E io non attacco. Dopo qualche minuto, parlo con il primo tecnico. Mi dice
di andare su accesso remoto, verifichiamo insieme il modem. A quel punto mi
suggerisce di inserire nelle impostazioni avanzate di configurazione una
nuova stringa. Me la detta. Io eseguo, correttamente. Dal momento che ho
una dial-up e una sola linea telefonica chiedo cosa devo fare nel caso non
funzionasse. Mi risponde che in quel caso devo richiamare il numero verde.
Provo a connettermi, non riconosce nemmeno il modem. Ritelefono. Risponde
un'altra signorina (Lucia). Mi identifica. Le spiego il problema. Mi passa
ai tecnici. Musichetta. Risponde un altro tecnico (Gianni). Gli dico della
stringa. "Me la detti" dice lui. Gliela detto. Dice che non va bene. "Usi
quest'altra, andra' sicuramente bene". Eseguo. Riprovo. Niente da fare, non
c'e' proprio collegamento. A questo punto ovviamente richiamo. Nuova
signorina (Maria). Identificazione. Musichetta. Nuovo tecnico (Piero).Nuova
stringa.Niente.
Telefono. Signorina. Identificazione. Musichetta. Nuovo tecnico (Mario).
Nuova Stringa. Niente.

Loop: * (5).

Nonostante ripeta tutte le volte i nomi delle persone con cui ho parlato
non mi ripassano mai gli stessi.
Strano posto dev'essere un call center. Si sente un brusio di voci nervose,
in sottofondo. E io penso a tutte queste stringhe, alle regole di
composizione dei codici. Alle infinite sequenze casuali che si riescono a
produrre da un numero limitato di simboli. Le stringhe. Tutte queste
stringhe infinite. Loop.

Mi dico: "Beh, non ho risolto il problema, ma ho conosciuto un sacco di
gente".
Eppure c'e' qualcosa che mi ronza in testa, qualcosa che proprio non va. E'
come se mi trovassi di fronte all'opposto geometrico del "just in time". Si
potrebbe forse definirlo il "never in time" o qualcosa del genere. Un loop
dell'esclusione. Un ronzare a vuoto tecnicamente predisposto. Ma forse, mi
dico, e' solo un'impressione.
Non importa. Lavoro sempre su un'altra macchina, off line. Tanto la rete mi
serve essenzialmente per la posta. E per quella i miei pochi minuti di
connessione bastano e avanzano. E dunque ciccia.

Pero'...

qualche sera fa mi telefona una vecchia amica. Lei ha fatto un buon
decennio di supplenze, per poi sentirsi dire che tutto il lavoro che aveva
cumulato non le sarebbe servito a nulla. Cambiate le regole del gioco.
Adesso c'e' un corso a cui si accede con relativo concorso, per chi vuol
fare l'insegnante. Una vera carognata.
"Certo", le dico, "ma cosa c'entro io?". Mi spiega che l'iscrizione al
concorso per il corso puo' essere fatta solo via Internet. Mi schermisco:
"Ho la connessione che funziona male". Ma lei insiste. "In fondo", mi dice,
"si tratta solo di compilare una form".
Vengo assalito da un senso di oppressione. Non sto tranquillo. Alla fine le
dico: "Va bene, ma voglio che tu sia qui con me. Non voglio responsabilita'".

Salvo nel frattempo le pagine che introducono alla compilazione dei form.
"Dovesse cadere la linea", mi dico, "possiamo compilare i form offline e
poi spedirli". Il giorno dopo viene a casa mia e iniziamo a compilare i
form. La faccenda si rivela subito piu' scassascatole di quanto si poteva
pessimisticamente prevedere. Si devono compilare due form. Il primo e' la
registrazione. Il secondo l'iscrizione vera e propria. Compiliamo il primo
form. Vuole sapere la fava e la rava della mia amica: residenza, data di
nascita, diploma, istituto in cui ha ottenuto il diploma e cosi' via.
Finito il primo form mi prende un accidente. Invece di aver compilato il
form per iscriversi ai corsi postlaurea abbiamo compilato il form per
l'immatricolazione all'universita'.
Trasalisco. Ma come e' potuto accadere ? "Pazienza" le dico.  Ricominciamo
a compilare il form per i post laurea. Terminato il form ecco la sorpresa:
non si puo' procedere all'iscrizione perche' il codice fiscale risulta gia'
presente in archivio. "Grazie al Kaiser!" dico io, "l'abbiamo inserito
erroneamente prima!". Eppero' non c'e' modo di cancellare la registrazione
per le matricole. E non si puo' andare avanti. Telefoniamo al numero verde.
Risponde un impiegato che si scusa molto per quanto accaduto. Ma, ci dice,
"C'e' un errore nel sistema. Non si possono cancellare i dati immessi".

Inizio a innervosirmi pesantemente, la mia amica e' sconvolta. Io sono
lacerato dal senso di colpa: "Ma come ho fatto a sbagliare?".
Non posso fare altro che scusarmi infinitamente con lei. Non posso fare
altro che dirle che restero' a sua disposizione. Compilo quattro e-mail a
tutti gli indirizzi dei webmaster di quel sito. Poi devo uscire per
smaltire l'incazzatura. Passeggio. Rifletto.

Torno sul PC, recupero le pagine che avevo salvato e scopro l'arcano.
Non avevo sbagliato un bel nulla. La pagina dei corsi Postlaurea che avevo
salvato il giorno prima, aveva un link "compila il modulo di registrazione"
che ti mandava sul modulo di registrazione sbagliato, quello delle matricole.

Io mi sento almeno liberato dal problema. Piu' tranquillo.
Le telefono. Parlo con il marito, che mi dice che mi crede, ma che in fondo
l'indirizzo del link avrei anche potuto cambiarlo io. Anche perche' al
momento il link puntava al form delle registrazioni post laurea e non a
quello delle matricole. Non c'era modo, insomma, di dimostrare alcunche'.
Riapro la pagina che avevo salvato, e continua a spedirmi sul form delle
matricole. Evidentemente si sono accorti dell'errore e l'hanno cambiata, i
maledetti !

Mi rimane solo una cosa da fare: cercare tutti i motori di ricerca che
salvano copie cache. Alla fine ne trovo un paio che conservano la pagina
che avevo scaricato, quella che spediva sul forma sbagliato. Alleluia !
Telefono alla mia amica. Adesso posso dimostrarle, almeno, che io non avevo
sbagliato. E che non si insinuasse che avevo manomesso qualcosa per fingere
di non aver sbagliato. "Bella soddisfazione!" dice lei. Gia'. Bella
soddisfazione. Cosa se ne fa lei ? E io ? Io cosa me ne faccio ?

Eppure, al di la' di come andra' a finire questa storia, mi torna in mente
il "Never in time". Mi torna alla mente quest'idea dell' "esclusione
tecnicamente organizzata". L'esclusione digitale. Il "never in time". Dove
non c'e' denaro sonante non si ha "tutto all'istante" ma "niente all'infinito".
E mi rendo conto che questo e' il nuovo terreno dei conflitti. Siamo
preparati a una cosa del genere ? Poco.
Poco perche' in realta' se anche ci fossero altre cinquecento persone che
sono cadute nella stessa trappola in cui e' caduta la mia amica,
difficilmente saprebbero come organizzarsi, come far valere i loro diritti.
Ognuno e' incapsulato sul suo PC. La comunicazione e' assolutamente "Uno a
molti". La burocrazia divide e comanda. Attraverso la tecnologia. E pensare
che ingenuamente avevano pensato a queste macchine come alla soluzione
finale contro la burocrazia. Eh !
La mia amica, temo, non riuscira' piu' a iscriversi a quel concorso. E
difficilmente qualcuno sara' in grado di dimostrare quanto e' accaduto.

La cosa piu' tremenda e' che se vai a raccontare questa storia a un vecchio
magistrato del lavoro, un cultore del diritto pubblico, uno che e'
cresciuto tra  timbri e  carta stampata e adesso si gode la pensione
convinto che il mondo sia diventato sostanzialmente giusto, rischi
seriamente che quello ti guardi scuotendo la testa, come te fossi fuori di
cervello.
Non solo non riusciamo a comunicare, a rivendicare, ma non abbiamo nemmeno
la capacita' politica di individuare i nuovi snodi del diritto pubblico
nelle maglie della rete.
Ergo:
- Rileggere 1984 di Orwell,
- scrivere meno sciocchezze su metit-ieri e metit-oggi
- cercare di mantenere alto il livello di coscienza su questi problemi
attraverso il confronto e la condivisione.

Buone Vacanze
Rattus

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