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<title>Linux, il G8 e l'ultimo teorema di Fermat</title>
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<h1>Linux, il G8 e l'ultimo teorema di Fermat</h1>
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Nei 15 giorni che vanno dall'8 al 23 Luglio 2001 ho avuto la
fortuna di essermi trovato in ferie, precisamente un particolare
tipo di ferie che nel Contratto Collettivo di Lavoro viene
chiamato "Congedo Matrimoniale". Ed è stato un periodo di riposo
assoluto, in cui ho avuto il tempo di dedicarmi alla lettura. Il
materiale non mi mancava: nella valigia che, sul nastro
trasportatore dell'aeroporto di Elmas, prendeva la strada di Atene
c'erano alcuni numeri delle mie riviste preferite, e un piccolo
libro dalla copertina fucsia: "L'enigma di Fermat"[1].
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<h2><i>x<sup>n</sup> + y<sup>n</sup> = z<sup>n</sup></i></h2>
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Il libro parlava di come una congettura matematica[2]
apparentemente semplice, quella chiamata "Ultimo teorema di
Fermat", sia stata risolta dopo ben tre secoli, dei matematici
che vi si sono cimentati e di come la soluzione finale, trovata
da Andrew Wiles nel 1994, abbracci un insieme di campi della
matematica che apparivano così slegati fra loro[3].
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Il libriccino faceva parte di uno dei regali di nozze. Appena me
lo regalarono un velo di malinconia mi toccò il cuore, pensando
che quello, come tanti altri libri bellissimi che ho in casa,
potesse essere destinato a prendere polvere.
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Ma così non fu. Nei due giorni che separavano il matrimonio
dalla partenza per la Grecia iniziai a leggerlo, e mi prese
subito. Per un ex matematico poteva esserci qualcosa di più
interessante della storia della soluzione di una congettura che,
pur con il suo aspetto innocente, aveva resistito per trecento
anni all'assalto di grandi nomi della matematica di tutti i
tempi?
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<h2>Il mio regno per un satellite!</h2>
<p>La vacanza in Grecia andava avanti. Negli alberghi avevamo la
televisione in camera, ma il greco era incomprensibile e
pretendere che fra i vari canali ce ne fosse anche uno in italiano
era troppo. I canali in lingua inglese lasciavano a volte a
desiderare, ma riuscivamo a sentire qualche telegiornale.</p>
<p>Ci arrivarono così gli echi di quello che succedeva a Genova:
pacchi bomba, grate, cancelli e sospensione degli accordi di
Shengen. Era il triste preludio di quello che sarebbe poi successo
nei giorni del G8. Spenta la TV e chiuso il libro ce ne andammo a
cena, per goderci quelle ultime ore di vacanza.</p>
<h2>Polemiche, partiti e religione</h2>
<p>Al nostro arrivo a Roma la tensione si poteva tagliare a
fette. Tutti i passeggeri del mio volo, me compreso, vennero
convogliati ad un punto di controllo della Polizia; di fronte a me
un greco e due orientali venivano trattenuti per controlli, e un
certo numero di Guardie di Finanza armate pattugliavano quella
zona di aeroporto. Arrivati a casa la televisione ci investì,
rovesciandoci addosso il carico di polemica, arte in cui i
politici di casa nostra hanno dei veri maestri in ogni parte dello
schieramento.</p>
<p>Da parte mia, credo di aver imparato ormai da tempo ad elevarmi al di
sopra di queste cose, ritirando la mia fiducia a qualsiasi partito
politico; scelta doverosa, dal momento che il partito a cui sarei più
affine ha su certe questioni degli orientamenti che vanno in direzione
opposta alla mia religione. Guardando i dibattiti in TV avevo un misto
di rabbia, tristezza e commiserazione: Carlo Giuliani, qui un
teppista, lì un bravo giovane pieno di ideali; la Polizia, per gli uni
a difesa del G8, della città e del pacifico svolgimento delle
manifestazioni, per gli altri un manipolo di vigliacchi che usavano le
armi contro tutti fuorché quelli con cui se la dovevano prendere.</p>
<p>Quale sia la verità su questi fatti non è l'argomento di questo
articolo, il punto è un'altro. Provate a immaginare un risultato
diverso per le ultime elezioni e ditemi se riuscite ad immaginare
uno scenario più probabile di questo: gli stessi problemi, gli
stessi incidenti, le stesse polemiche fra le stesse persone, ma a
ruoli scambiati. Vedo già qualcuno, indignato, saltare dalla
sedia; sorrido, pensando a quanta fiducia sia malriposta, mi tengo
la mia opinione e gli lascio la sua.</p>
<h2>L'ultimo teorema metafora della politica?</h2>
<p>In questo contesto ciò che vedevo in TV e ciò che leggevo
arrivarono a fondersi. Già vedevo i nostri politici nei loro
teatrini elettorali, promettere alle elezioni che loro, e soltanto
loro, potevano dimostrare la congettura del grande matematico
francese! E ad ogni fallimento di un matematico o a "piccoli"
risultati parziali immaginavo grandi alzate di scudi e cittadini
aizzati dai leader a protestare, altri a chiedere rumorosamente
dimissioni di questo e quell'altro. E accuse, accuse, accuse...
tutto coincideva così bene nella sua surrealità, tranne una cosa:
non è ancora arrivato un signor Andrew Wiles a dimostrare il
teorema una volta per tutte.</p>
<h2>...e Linux che c'entra?</h2>
<p>Già, in tutto quello che ho scritto finora non c'è traccia di
Linux. Ma se politica, G8 e congetture matematiche si sono legate,
volete che Linux non riesca a entrare in questo discorso?</p>
<p>La molla che ha fatto fondere tutto questo sono proprio gli
atteggiamenti che alcuni uomini politici hanno tenuto in tempi
recenti di fronte al movimento del Free Software, di cui Linux è
probabilmente l'espressione più popolare. Il Free Software
comincia
ad essere conosciuto, pur se maldestramente -come sempre- anche
presso i nostri governanti. E di tanto in tanto qualcuno, sempre
maldestramente, prova ad associare il "metodo" e la filosofia alla
sua parte politica. E io, personalmente e con molta umiltà,
ritengo che questo sia non solo falso, ma anche ingiusto e
illeggittimo.</p>
<p>Cosa spinge un programmatore a pubblicare il suo lavoro come
Free Software?
La sua affinità politica a qualche partito? a qualche
ideologia? Forse! Ma non è forse la libera circolazione delle
idee, delle conoscenze, l'inventiva, la crescita intellettuale, la
possibilità di fare qualcosa di utile per gli altri il motore di
tutto? E forse non è ingiusto e riduttivo associare tutto ciò alla
propria parte politica, qualunque sia? Il giorno che in un
programma Free Software vedrò comparire un logo
inequivocabilmente
legato ad un'ideologia politica (pensate a quello che volete)
quella sarà una martellata forse sullo sviluppo di quel solo
programma, ma anche un possibile problema per tutto il
movimento.</p>
<p>Pensiamoci bene: noi, forse solo noi, siamo veramente liberi!
In quale altro modo avrei potuto attivare scambi così vivi con
persone che hanno vite e ideologie così diverse dalla mia? Che
cosa mi avrebbe potuto accomunare così tanto ad atei o a persone
comunque molto distanti dalla mia religione.</p>
<p>Difendete Linux, difendete il Free Software e difenderete la
vostra stessa libertà. Non permettete alla politica di
impadronirsi anche di questo fiore. Lo farebbero seccare, come
tutti gli altri.</p>
<hr>
<h2>Note</h2>
<p>[1] A.D.Aczel: L'enigma di Fermat, il Saggiatore, Milano, 1998;
ISBN 88-428-0839-3</p>
<p>[2] Una congettura è una affermazione che si ritiene vera
(p.e. una formula) ma la cui verità non è stata dimostrata</p>
<p>[3] L'enunciato della congettura è semplice: l'equazione di Fermat
non ha soluzioni intere per n>2, cioè non esistono tre numeri
nell'insieme (0, 1, -1, 2, -2,...) che soddisfino l'equazione quando
n>2. L'enunciato è semplice, non così è la dimostrazione...</p>
<hr>
<address><a href="mailto:bronto@crs4.it">Marco Marongiu</a></address>
<!-- Created: Wed Aug 1 10:32:59 MET DST 2001 -->
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Last modified: Tue Sep 4 16:53:30 MET DST 2001
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