SOFTWARE Crescita record: »25% l'anno La coperta di Linux L'ex sogno libertario è diventato business con Big Blue. E si allarga Dieci anni fa era solo il sogno di un gruppo di anarchici visionari, paladini dell'hi-tech gratuito per tutti. Oggi è un fenomeno commerciale che minaccia il business di alcuni operatori, come Sun, e fa fiorire quello di concorrenti come Ibm. Dalle banche d'affari di Wall Street al governo della Cina fino ai privati che usano Pc, un numero crescente di aziende, amministrazioni pubbliche e consumatori sta adottando Linux, il software creato nel '91 dal programmatore finlandese Linus Torvalds, scaricabile gratuitamente da Internet, aggiornato e migliorato in continuazione da un esercito di volontari. La forza di Linux sta nel fatto che si applica a macchine basate sui chip di Intel, le più diffuse; ed è un sistema molto resistente, adatto ai server che maneggiano enormi quantità di dati per compiti amministrativi o banche dati delle aziende. Così oggi Linux è usato sul 10% dei server, la sua diffusione cresce al ritmo del 23% l'anno e oltre un terzo dei manager americani responsabili dell'information technology, intervistati recentemente dalla società di ricerca Yankee Group, ha dichiarato che sta valutando se adottare Linux. Ci sono circa 140 società nel mondo che lo distribuiscono, cercando di offrire servizi a pagamento che integrano le sue prestazioni di base e le adattano ai bisogni dei clienti. Le più famose sono le americane Red Hat (quotata al Nasdaq) e Ximian, e la tedesca SuSe Linux. Ma un ruolo sempre più importante se lo sta ritagliando Ibm, che ha capito che una fonte stabile di profitti non è più la vendita di computer con software proprio, ma la consulenza ad aziende che installano Linux su «scatoloni» a basso costo e poi hanno bisogno di consulenza per farli funzionare bene. Nel trimestre chiuso lo scorso dicembre con 1 miliardo di dollari di profitti netti, quasi metà dei 24 miliardi di dollari di fatturato di Ibm veniva infatti dalla consulenza. Il concorrente Sun, numero uno nei server che girano sul sistema operativo Unix, ha invece dovuto registrare nello stesso periodo la perdita più profonda di tutta la sua storia (2,3 miliardi di dollari): il suo dominio - conferma l'esperto di hi-tech Bill Alpert su Barron's - è sempre più minato dall'alternativa di Linux spinta soprattutto da Ibm. La guerra fra i due leader appariva evidente alla fiera LinuxWorld di fine gennaio a New York: Big Blue era uno dei protagonisti, con un grande stand e numerosi annunci di nuovi servizi legati a Linux; anche Sun e Microsoft erano presenti e hanno esibito alcuni nuovi prodotti compatibili con Linux, ma sembravano solo voler «mostrare che intendono sopravvivere al fenomeno Linux», ha commentato Alpert. La richiesta è tale che lo scorso settembre Ibm ha aperto a New York un centro di servizi per Linux dedicato alle investment bank e ai broker di Wall Street: suoi clienti sono E*Trade, Salomon Smith Barney (Citigroup) e J.P.Morgan Chase. Ma anche Merrill Lynch, Morgan Stanley e Credit Suisse First Boston stanno passando dai sistemi basati su Unix a quelli con Linux che, pur calcolando il costo di consulenti come quelli di Ibm, sono molto meno cari dei server di Sun. Così Linux sta per contendere a Macintosh la posizione di numero due fra i software più diffusi del mondo. Per scalzare Microsoft dal primo posto dovrebbe diffondersi anche fra i Pc da scrivania o portatili: missione diventata meno impossibile, da quando in lizza è entrato Michael Robertson, che con Mp3.com aveva già sfidato le grandi case discografiche. La sua nuova società Lindows sviluppa un software apparentemente simile a Windows, ma basato su Linux e quindi all'inizio quasi gratuito (poi costa 99 dollari l'anno aggiornarlo): i primi Pc della Microtel Computer (joint venture fra Los Angeles e Taiwan) con software Lindows - 200 dollari di costo di base - sono stati messi in vendita da WalMart lo scorso settembre e sono andati a ruba. M. T. C. Tutti gli articoli