[PLUTO-soci] lungo e pure OT
Chiara.Paci a eng.it
Chiara.Paci a eng.it
Gio 10 Mar 2005 14:55:54 CET
Che sia lungo è vero. Che sia OT in realtà un po' meno, per lo meno
per come la vedo io sulla vita, l'universo e tutto quanto. Comunque
penso che interessi a più di qualcuno che frequenta quest[ea]
list[ea], anche in relazione a software libero e affini.
In ogni caso, è stato Alex a convincermi a mandarla in lista, laonde
per cui prendetevela con lui :))))
Chiara
Hazel Henderson (*)
"Premio Nobel per l'economia. La mistificazione."
Le Monde Diplomatique, n. 611, Février 2005, pag. 28
Una querelle fuori dall'ordinario ha recentemente scosso l'atmosfera
ovattata della consegna dei premi Nobel. La voce di Peter Nobel, uno
degli eredi del fondatore Alfred Nobel, si è unita al concerto di
proteste di scienziati sempre più numerosi contro la confusione che
circonda il «premio della Banca di Svezia in scienze economiche in
memoria di Alfred Nobel». Dalla sua istituzione da parte della Banca
centrale svedese, nel 1969, questo premio di un milione di dollari è
confuso con il vero premio Nobel, al punto che lo si designa spesso, a
torto, come il «premio Nobel per l'economia» (e, in inglese, Nobel
Memorial Prize).
Nel numero del 10 dicembre 2004, il grande quotidiano svedese Dagens
Nyheter ha pubblicato una lunga discussione firmata dal matematico
svedese Peter Jager, membro dell'Accademia reale delle scienze,
dall'ex-ministro all'ambiente Mans Lonnroth, ora titolare di una
cattedra in «Tecnologia e società», e da Johan Lonnroth, economista ed
ex-membro del Parlamento svedese. L'articolo mostrava in maniera
dettagliata come certi economisti, tra i quali numerosi assegnatari
del premio della Banca di Svezia, avessero fatto un cattivo uso della
matematica creando dei modelli di dinamica sociale irrealistici.
«Mai, nella corrispondenza di Alfred Nobel, si trova la minima
menzione che riguardi un premio in economia» ci ha precisato Peter
Nobel in un'intervista esclusiva. «La Banca reale di Svezia ha deposto
il suo uovo nel nido di un altro uccello, molto rispettabile, e viola
inoltre il "marchio depositato" Nobel. I due terzi dei premi della
Banca di Svezia sono stati assegnati agli economisti americani della
scuola di Chicago, i cui modelli matematici servono a speculare sul
mercato azionario - all'opposto delle intenzioni di Alfred Nobel, che
intendeva migliorare la condizione umana.»
La scelta dei premiati dell'anno 2004 ha forse costituito la goccia
d'acqua di troppo. Una volta ancora, il premio ha coronato due
economisti americani, Finn E. Kydland e Edward C. Prescott, i quali,
in un articolo del 1977, avevano "dimostrato", a partire da un modello
matematico, che le banche centrali dovevano essere indipendenti da
tutte le pressioni degli eletti[a] - compreso il caso di una
democrazia. La presentazione dei premiati del premio della Banca di
Svezia glorificava il loro articolo del 1977 e il suo «grande impatto
sulle riforme intraprese in numerosi luoghi (tra cui la Nuova Zelanda,
la Svezia, il Regno Unito e la zona euro) per trasferire le decisioni
politiche monetarie a dei banchieri centrali indipendenti.»
Ora tali "riforme" pongono un problema nelle democrazione dove ci si
preoccupa della trasparenza delle decisioni pubbliche. La politica
monetaria determina la ripartizione delle ricchezze tra creditori e
debitori, la politica del redditto e l'uguaglianza delle opportunità.
Troppo rigorosa, penalizza i salariati favorendo la disoccupazione e
aumenta la remunerazione del capitale a vantaggio degli enti di
credito e dei detentori del capitale.
I pregiudizi ideologici degli economisti neoclassici sono stati
evidenziati [1], e anche l'irrealtà di numerosi loro postulati. Ma un
nuovo gruppo di scienziati - in vari campi come la fisica, la
matematica, le neuoroscienze o l'ecologia - domanda a sua volta che il
premio della Banca di Svezia in scienze economiche sia elargito, con
attribuzione corretta, dissociato dal premio Nobel, o semplicemente
abolito.
Queste obiezioni provengono da ricercatori in scienze "dure", che
studiano il mondo naturale e le cui scoperte sono sottoposte a
verifica e confutazione. Il premio in economia svaluta ai loro occhi i
veri premi Nobel. In particolare, dopo l'opera classica di Nicolas
Georgescu-Roegen [2], l'economia subisce il fuoco incrociato di
critiche provenienti da ecologisti, biologi, esperti di risorse
naturali, ingegneri, specialisti in termodinamica. Una marcatura
multisettoriale - economia ecologica, economia delle risorse naturali,
ecc. - non rimedia agli errori fondamentali dell'economia neoclassica,
che certi comparano a una credenza religiosa, in particolare nella sua
fede sulla "mano invisibile" dei mercati.
La vecchia questione di sapere se l'economia sia una scienza o una
professione riemerge in superficie. Dal momento che la maggior parte
dei suoi "principi" non sono sottomessi alla prova, come lo sono le
leggi della fisica grazie alle quali si può mandare un razzo sulla
Luna, si tratta piuttosto di una professione. Si può per esempio
dimostrare che il "principio" detto "optimum di Pareto" [3] ignora la
questione della distribuzione iniziale delle richezze, del potere e
dell'informazione, ottenendo così dei risultati sociali ingiusti. La
presentazione matematica di questi concetti serve sovente a mascherare
la loro ideologia soggiacente. E a mettere fuori portata intellettuale
del pubblico, e anche degli eletti, dei problemi presentati come
troppo "tecnici" per loro. Così, non solo gli economisti guadagnano in
influenza in seno alle potenti istituzioni che li impiegano, ma li si
sottopone raramente ai criteri di valutazione delle altre
professioni. Un medico va sotto processo se commette un errore nel
trattamento di un malato; gli economisti possono, per i loro cattivi
consigli, rendere un paese malato in tutta impunità.
Le nuove scoperte dei ricercatori in neuroscienze, dei biochimici e
degli sceinziati del comportamento portanto il coltello nella più
costante piaga degli economisti neoclassici: l'assimilazione della
"natura umana" a un "agente economico razionale" ossessionato dal
desiderio di massimizzare il suo proprio interesse. Fondato sulla
paura e la rarità, questo modello è quello del cervello rettile e del
carattere strettamente territoriale del nostro passato primitivo.
Ricercatore in neuroscienze all'università di Claremont, Paul Zak ha
determinato, al contrario, una relazione tra la fiducia, che spinge
gli esseri umani a raggrupparsi per cooperare, e un ormone
riproduttivo chiamato ossitocina.
Da parte sua, David Loye ha rivisto gli scritti di Charles Darwin e ha
mostrato che, contrariamente a quello che si dice abitualmente, Darwin
non si era concentrato su la "sopravvivenza del più adatto" e la
competizione come fattore principale dell'evoluzione umana [4].
Soprattutto interessato alla capacità degli esseri umani di costruire
dei legami di fiducia e di condividere, vedeva nell'altruismo un
fattore di riuscita collettiva. Altri lavori, che rivedono la teoria
dei giochi, arrivano a delle conclusioni simili [5]. Del resto, se non
fosse questo il caso, ci si domanda come gli uomini sarebbero passati
dallo stadio di bande nomadi di cacciatori-raccoglitori a quello di
costruttori di città, di imprese o di enti internazionali come
l'Unione Europea o le Nazioni Unite.
Contrariamente a quello che postula la matematizzazione dell'economia,
la gente non si comporta come degli atomi, delle palline da golf o dei
porcellini d'India. All'inverso dell'"uomo economico razionale"
immaginato nei libri teorici, gli uomini hanno una "razionalità" senza
rapporto con il senso che gli economisti danno a questa
parola. Complessi, le loro motivazioni includono la cura degli altri,
la condivisione e la cooperazione, sovente in un quadro benevolo. Le
simulazioni informatiche fondate sui gruppi d'agenti renderanno forse
l'economia più "scientifica" in avvenire. Attualmente, le ipotesi
fondamentali dell'economia sono patriarcali - cosa che apre un
interessante campo di ricerca per una "economia femminista".
La controversia sul premio della Banca di Svezia in scienze economiche
- un premio il cui obiettivo era di conferire a questa professione
l'aura di una scienza - ha fatto risorgere tutte queste importanti
questioni. Un'impostura scientifica è messa in causa. Se questa
controversia non ha troppe possibilità di figurare nei menu delle
élite raggruppate a Davos, nella Svizzera innevata, meriterebbe
d'essere all'ordine del giorno al Forum sociale mondiale di Porto
Alegre.
[1] Leggere Politics of the Solar Age, Toes Books, New York, 1981,
riedito nel 1988.
[2] The Entropy Law and The Economic Process, Universe, Lincoln
(Nebraska), 1971, riedito nel 1999; per una critica, vedere
"Ecologists Versus Economists", Harvard Business Review, Boston,
vol. 51, n. 4, luglio-agosto 1973.
[3] Idea che l'allocazione delle risorse in un'economia è tale che, a
partire da un certo momento, non si possa migliorare il benessere
di qualcuno senza nuocere a quello di un altro (NDLR).
[4] DAVID LOYE, Darwin's Lost Theory of Love, Universe, Lincoln
(Nebraska), 2000
[5] Cfr. ROBERT AXELROD, The Evolution of Cooperation, Basic Books,
New York, 1985, ROBERT WRIGHT, Non Zero: The Logic of Human
Destiny (2000), e RIANE EISLER, The Power of Partnership, New
World Library, Novato, California, 2003.
[a] Si intendono i rappresentanti eletti, ad esempio, in un parlamento
(NdT).
(*) Autore di numerose opere, tra cui Building a Win-Win World, Hazel
Henderson ha creato con il Gruppo Calvert dei fondi pensione
socialmente responsabili, degli indicatori sulla qualità della
vita, oltre che una serie televisiva su l'etica del
commercio. www.hazelhenderson.com
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