Workshop a firenze
Giulio Carcani
carcani@anpa.it
Wed, 6 Nov 2002 08:11:43 +0100
Ciao a tutti,
in questo periodo sono stato un po' assente...
Allora da Alisei (Matilde che e' in lista) mi ha detto che hanno
organizzato un workshop sul "digital divide" nell'ambito del Social
Forum di Firenze.
L'incontro sar=E0 venerd=EC 8 novembre dalle 17.00 alle 20.00 presso il
Circolo Arci Peretola Via Pratese 48 Firenze.
A presto
giulio
Di seguito la presentazione del workshop:
Il problema della diffusione delle Tecnologie dell=92Informazione e
della Comunicazione (ICT) su scala mondiale non =E8 stato finora
affrontato con sufficiente decisione da parte delle istituzioni
europee, n=E9 ha prodotto un dibattito approfondito a livello della
societ=E0 civile. La mancanza di una visione chiara e ben definita
riguardo al persistente divario digitale rischia di lasciare mano
libera a governi e grosse corporation nel proporre soluzioni
apparentemente filantropiche, ma in realt=E0 per nulla sensibili ai
reali bisogni delle comunit=E0 locali o dei singoli paesi. Ci troviamo
di fronte al pericolo che dietro ad azioni rivolte a ridurre il
divario digitale si nasconda un vero e proprio processo di
colonizzazione dell=92immaginario o di rafforzamento del controllo
delle elite al potere sulla popolazione.
I dati pi=F9 recenti relativi all=92aumento del numero di PC per
abitante e al numero di connessioni ad internet rispecchiano due
situazioni estremamente diverse tra Paesi del Nord e del Sud del
Mondo. Nei paesi pi=F9 industrializzati si =E8 deciso di lasciare
soprattutto al mercato il compito di ridurre il divario tra connessi
e non-connessi. I dati mostrano un deciso aumento nel numero
di persone che utilizzano la rete, anche se le fasce pi=F9 disagiate
della popolazione continuano a rimanere lontane dall=92universo
telematico. Questo pu=F2 essere spiegato dal tipo di servizi offerti
e dalla tipologia del mercato, essenzialmente rivolti al
consumatore e che, quindi, vedono le migliori opportunit=E0 di
profitto proprio nell=92aumento del numero dei =93connessi=94 .
Viceversa, nel continente africano o in America latina, il discreto
aumento delle ICT e poi la relativa stagnazione possono essere
fenomeni connessi al diverso impiego a cui le tecnologie sono
destinate. In tali paesi infatti l=92informatica non =E8 tanto rivolta all=
e
esigenze dei singoli (intrattenimento, reperimento
dell=92informazione, e-commerce, ecc), quanto al miglioramento
delle funzioni legate alla pubblica amministrazione, allo sviluppo
delle PMI o all=92operare a livello locale delle succursali delle
grandi multinazionali. In tale ottica, una volta raggiunti i centri di
potere, dotandoli degli strumenti necessari per consentire il loro
funzionamento, le prospettive di crescita risultano molto basse,
mentre la diffusione delle ICT per un uso privato non
rappresenta che un pericolo per le classi dirigenti. Ma =E8 proprio
in questo senso, nell=92aiuto alle burocrazie locali (non certo note
per la loro vocazione nel garantire diritti al cittadino) e nel
sostegno dell=92impresa, che si stanno muovendo molti dei progetti
avviati finora, tra cui quello di e-governement del governo
italiano.
Inoltre siamo di fronte al rischio che il modello sorto nei Paesi
occidentali venga trasferito direttamente in Paesi con esigenze
totalmente differenti , senza venire adattato a bisogni ed esigenze
locali.
Nei paesi pi=F9 industrializzati infatti le ICTs, oltre ovviamente a
consolidare il mercato B2B e a rendere possibili nuove forme di
interazione e integrazione tra le imprese, si sono collocate, alla
stregua di altri prodotti, nella sfera del consumo domestico, e,
pi=F9 in particolare nell=92ambito del consumo individuale: una
persona un PC. Tale assetto ha fatto s=EC che si sviluppasse un
utilizzo pi=F9 legato all=92intrattenimento che non ad un reperimento
mirato di informazioni funzionali alla crescita e alla produttivit=E0
individuali (attivit=E0 queste di tipo occasionale o collaterale come
dimostrano numerose statistiche effettuate sugli internauti).
Al contrario, in paesi ad economie pi=F9 depresse, laddove non
esista un vero e proprio mercato consumer, le tecnologie
possono affermarsi come strumento comunitario (un villaggio
deve condividere pochi computer in rete e qualche telefono
pubblico) e come strumento di ricerca delle informazioni
direttamente legata alle attivit=E0 critiche (rivolte ai bisogni primari
del singolo e della comunit=E0) svolte localmente o che si pensa
verranno svolte in futuro. Questa distinzione ha una ricaduta
anche di tipo tecnologico: la progettazione stessa dei computer e
dei software da farvi girare dovrebbe essere stimolata sul
territorio con un trasferimento di conoscenze da sviluppare nel
tessuto produttivo e tra i centri di ricerca locali. L'open source,
con la caratteristica peculiare di stimolare processi cooperativi di
partecipazione e sviluppo nel tentativo di risolvere problemi e
adattare soluzioni, potrebbe essere una risposta. Ci=F2 a cui si
assiste, invece, =E8 la riproposizione di un modello economico
calato dall'alto e basato su un concetto di sostenibilit=E0 che ormai
dimostra i suoi limiti anche in occidente. Software proprietari
sempre pi=F9 chiusi hanno portato ad un'estrema concentrazione
del mercato che, orientato al massimo profitto nella vendita di
beni e servizi nel business della nuova economia (intrattenimento
multimediale), ha prodotto soprattutto inefficienze e spreco di
risorse (software sempre pi=F9 esigenti per computer sempre pi=F9
potenti) che si sono risolte in perdita di innovazione prima e
stagnazione economica dopo. E' questo il modello che vogliamo
esportare e rendere produttivo nel sud del mondo?
Nel dicembre 2003 si terr=E0 a Ginevra il World Summit on the
Information Society, appuntamento in cui le organizzazioni
internazionali, i governi e le multinazionali pianificheranno un
intervento su larga scala per la diffusione delle ICT nel Mondo.
=C8 questa un=92occasione che non pu=F2 trovare impreparata la
societ=E0 civile, la quale deve lavorare per un uso democratico ed
orizzontale delle nuove tecnologie, promuovendo azioni concrete
per mettere le ICT al servizio dello sviluppo umano.
Il Forum Sociale Europeo pu=F2 rappresentare una prima
occasione per mettere in contatto realt=E0 diverse e unirle
nell=92elaborazione di una prospettiva comune, sul piano
dell=92azione e della ricerca, in grado di competere con quelle
elaborate dalle strutture cristallizzate del controllo sociale.