[PLUTO-ildp] La professione di traduttore di software

Paolo Palmieri palmaway a gmx.it
Mar 2 Giu 2009 19:53:04 CEST


> so che non dovrei farlo, ma non riesco a resistere
> 2009/5/26 Giuseppe Briotti <g.briotti a gmail.com>:
>> Resta il fatto che il proliferare indiscriminato dei termini inglesi anche
>> a fronte della presenza di un termine italiano perfettamente calzante
>> e comprensibile (il caso impostazioni=settaggi mi sembra esemplare
>> - in un forum che amministro ho cominciato a bannare per linguaggio
>> non consono gli utenti che utilizzano settaggio/settare) è legato alla
>> catena "ignoranza-pigrizia-moda"...
> bannare? O:-)

Fra l'altro settaggio/settare sono termini italiani ormai riconosciuti:
http://www.treccani.it/Portale/elements/categoriesItems.jsp?pathFile=/sites/default/BancaDati/Vocabolario_online/S/VIT_III_S_115495.xml

Qual è il problema di queste parole? Soltanto perché hanno una 
etimologia straniera dovremmo cancellarle dall'uso? E quante altre con 
loro allora? O si applica solo a quelle di etimologia recente?

Fidatevi, molto meglio l'italiano della mania francese di standardizzare 
ogni parola (la lingua francese è oggetto di sovranità dello stato 
francese). Il tecnico di laboratorio di un dipartimento di ingegneria 
informatica di una università di lingua francese (per altro in Belgio), 
nonostante parli qualche parola di inglese, semplicemente non è in grado 
di comprendere nulla se le si spiega un problema tecnico, perché le 
mancano i termini base (parole astruse quali "e-mail", "file", 
"server..."). Questo nonostante diverse persone che non parlano francese 
lavorino lì.

Paolo



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