[PLUTO-ildp] Mi presento ed entro in polemica

Giulio Daprelà giulio a pluto.it
Mer 10 Giu 2009 12:02:54 CEST


2009/6/10 Paolo Palmieri <palmaway a gmx.it>

> Lascio dunque la parola a chi ben più di me può esprimersi su questioni
> di lingua.
>
> «Ogni lingua infatti è un composto di vocaboli e di modi di dire, che si
> possono mutare, dal primo fino all'ultimo, e si vanno effettivamente
> mutando, a poco a poco, s'intende. E nondimeno ogni lingua è una; tanto
> che può avere e ha un suo nome proprio, con cui si distingue dall'altre.
> E perché ciò possa avvenire, come avviene, è di stretta necessità, che
> in tutti gli elementi che compongono una lingua, ci sia, in ogni suo
> momento, qualcosa d'identico, che costituisca una tale unità, e sia un
> mezzo di riconoscere e d'affermare logicamente che un vocabolo o un modo
> di dire qualunque appartiene a una data lingua, e di far quindi una
> compita raccolta, di tutti, per quanto è possibile; e questo qualcosa è
> appunto l'Uso, e null'altro che l'Uso.»
> Manzoni, Appendice alla relazione intorno all'unità della lingua, 1869
>
> «Conservare la purità della lingua è un'immaginazione, un sogno,
> un'ipotesi astratta, un'idea, non mai riducibile ad atto, se non
> solamente nel caso di una nazione che, sia riguardo alla letteratura e
> alle dottrine, sia riguardo alla vita, non abbia ricevuto nulla da
> alcuna nazione straniera. La greca, per una stranissima combinazione di
> circostanze, si trovò, dopo la formazione della sua lingua e
> letteratura, per lunghissimo spazio di tempo, nel detto caso. Essa
> nazione greca (se non vogliamo associarvi la chinese) è fra le nazioni
> civili la cui storia sia conosciuta, il solo esempio reale di un caso
> siffatto, e la lingua greca è altresì la sola lingua colta che abbia per
> lungo spazio conservata una vera ed effettiva purità. La lingua latina
> fu impura tosto che divenne colta e letteraria. L'italiana fu
> impurissima nel suo stesso nascere come lingua scritta, piena di
> provenzalismi e di francesismi: poi, per la rara circostanza che
> l'Italia, divenuta maestra e lume e fonte alle altre nazioni, si trovò,
> come la Grecia, nel caso di non ricever nulla di fuori, essa lingua
> conservò una certa purità; finchè mutata (anzi ridotta all'opposto) la
> circostanza, essa divenne nuovamente, e rimane, impurissima. Alle
> nazioni presenti e future (e all'italiana soprattutto) durando il
> presente stato reciproco delle nazioni e delle letterature, la purità
> della lingua, presupposto che di questa lingua le nazioni vogliano far
> uso, è cosa immaginaria e impossibile.»
> Leopardi, Zib. 4425, 5 Dicembre 1828
>
> «Per le quali considerazioni e confronti, sebbene la lingua italiana di
> questo secolo sia bruttissima e pessima per ragioni e qualità
> indipendenti dalla purità e dal barbarismo, cioè perchè povera,
> monotona, impotente, fredda, inefficace, smorta, inespressiva,
> impoetica, inarmonica ec. ec. nondimeno ardisco dire che se gli
> scrittori barbari della moderna Italia, arriveranno ai posteri, quando
> la lingua italiana sarà già in qualunque modo mutata dalla presente, e
> se [2518]la prevenzione (che influisce moltissimo sopra il senso
> dell'eleganza e del bello in ogni cosa) e il giudizio del secol nostro
> non avrà troppa forza ne' futuri, come non l'ha in noi il giudizio de'
> cinquecentisti, questa nostra barbara lingua, si stimerà elegante, e
> piacerà, perchè divenuta già pellegrina, e forse il Cesarotti ec.
> passerà per modello d'eleganza di lingua.»
> Leopardi, Zib. 2517-8, 29 Giugno 1822
>
> Paolo
>
> «Verum enim invenire volumus, non tanquam adversarium aliquem convincere.»
> Cic. de Fin., Lib. I.
>

Le citazioni che ci hai offerto sono molto interessanti e tra l'altro mi
trovo completamente d'accordo con i due illustri scrittori.

E con questa consideriamo l'argomento chiuso, sarebbe ora gradito il vostro
contributo alla discussione sul wiki! :-)

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Giulio
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