[Pluto-journal] Fw: [Pluto-soci] [neuromant99 a yahoo.com: MOZIONE SUL SOFTWARE LIBERO APPROVATA DAL COMUNE DI FIRENZE]
Germano Rizzo
manomano a ciaoweb.it
Gio 4 Ott 2001 14:50:11 CEST
Su pluto-soci era arrivato questo:
----- Original Message -----
From: "Eugenia Franzoni" <eugenia a pluto.linux.it>
To: <pluto-soci a lists.pluto.linux.it>; <pluto-admin a lists.pluto.linux.it>
Sent: Thursday, July 12, 2001 10:00 AM
Subject: [Pluto-soci] [neuromant99 a yahoo.com: MOZIONE SUL SOFTWARE LIBERO
APPROVATA DAL COMUNE DI FIRENZE]
Leggete qui :)
ciao
E.
----- Forwarded message from Neuromante <neuromant99 a yahoo.com> -----
Date: Wed, 11 Jul 2001 14:38:26 -0700 (PDT)
From: Neuromante <neuromant99 a yahoo.com>
Subject: MOZIONE SUL SOFTWARE LIBERO APPROVATA DAL COMUNE DI FIRENZE
To: pluto a pluto.linux.it
Vi segnalo l'approvazione della mozione sul software
libero da parte del Comune di Firenze:
http://www.comune.firenze.it/consi/softwarelibero.htm
Aggiungo il mio comunicato stampa.
Ciao a tutti
Alessio Papini, capogruppo Verdi COmune di Firenze
-------------Comunicato
Stampa-------------------------
IL COMUNE DI FIRENZE APPROVA UNA MOZIONE CHE CHIEDE
L'INTRODUZIONE E L'ESPANSIONE DEL SOFTWARE LIBERO
NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Il Comune di Firenze ha approvato una mozione
presentata dal verde Alessio Papini ed altri
consiglieri, che chiede l'introduzione e l'espansione
del software libero nella Pubblica Amministrazione. La
mozione è stata preparata con la collaborazione di
vari membri del Firenze Linux User Group e
dell'Associazione per il Software Libero (ASSOLI). La
mozione cita espressamente la lettera aperta lanciata
da Interlex.it contro la "Soggezione informatica dello
Stato italiano alla Microsoft".
La motivazione principale della mozione è di agire in
chiave anti-globalizzazione nel settore informatico.
Infatti di qui a pochi anni tutte o quasi le famiglie
dei paesi avanzati avranno un collegamento internet
in casa e ci sono fondati motivi di ritenere che la
stragrande maggioranza delle postazioni internet
utilizzeranno (se non cambierà qualcosa) un solo
sistema operativo prodotto da una sola azienda di
software con sede in una città degli Stati Uniti
d'America.
A parte le preoccupazioni riguardanti la totale
assenza di una concorrenza credibile, un altro
elemento è che il sistema operativo che attualmente va
per la maggiore (e la maggior parte del software
utilizzato con esso) è coperto da rigido copyright ed
è fatto divieto di disporre del codice sorgente con
cui è stato prodotto. Questo significa che non è
possibile sapere esattamente cosa faccia questo
sistema operativo che rappresenta attualmente il
95-99% dei sistemi installati in Italia. Solo i
programmatori che lo hanno creato possono conoscere
tutte le sue funzioni, gli utenti possono solo fidarsi
di quanto dichiarato dall'azienda fornitrice. E' noto,
per altro, che vari programmi con copyright eseguono
funzioni ignote all'utente che comprendono, ad
esempio, la connessione internet con la casa madre e
domani potrebbero comprendere l'invio di alcune
informazioni sul computer su cui girano.
Già questo è un quadro preoccupante. Diventa
addirittura grottesco pensare che la stessa cosa valga
per molti uffici della Pubblica Amministrazione che
trattano spesso dati estremamente riservati (come fa,
ad esempio, il Ministero della Difesa o delle Finanze
o i comandi di polizia).
In ambienti importanti della Pubblica Amministrazione
l'impiego del software libero (il cui codice sorgente
è a totale disposizione dell'analisi dell'utente)
diventa assolutamente necessario e razionale.
Dal momento poi che il software libero è liberamente
utilizzabile da tutti, si può immaginare una nuova
generazione di aziende informatiche su base locale che
punteranno su questo segmento di software per fare
profitti esclusivamente sull'assistenza e sulla
personalizzazione dei prodotti. I profitti così
prodotti resterebbero inoltre prevalentamente in
ambito locale, non essendo soggetti al pagamento di
diritti ad una multinazionale situata magari in un
altro continente.
La prima conseguenza concreta della mozione sarà che
il Comune di Firenze dovrà valutare con attenzione
l'ipotesi di acquistare software sotto copyright e
verificare se sia strettamente necessario. Ad esempio
nuove versioni di prodotti software da ufficio che non
apportino significativi miglioramenti alle versioni
precedenti potrebbero essere considerati non necessari
per la stragrande maggioranza degli uffici del Comune
di Firenze. Anche perchè, presumibilmente, le nuove
versioni dei documenti prodotte con le nuove releases
dei programmi proprietari in genere non si possono
leggere con le versioni precedenti degli stessi
programmi, causando così problemi di comunicabilità
fra uffici, oppure costringendo tutti gli uffici a
comprare lo stesso programma anche se non ne hanno
necessità. Per questo motivo i documenti prodotti
dagli uffici del Comune di Firenze, siano di testo,
fogli elettronici o immagini, dovrenno essere prodotti
in formati di facile interscambio con altri programmi
di qualsiasi produttore e sotto qualsiasi sistema
operativo.
Dovrà essere evitato l'acquisto dei cosiddetti
Winmodem: pseudo-modem funzionanti solo con il sistema
operativo windows, caratteristica questa generalmente
non segnalata dai produttori.
Sarà necessaria un'azione nei confronti anche degli
altri Enti Pubblici perchè vadano nella stessa
direzione intrapresa dal Comune di Firenze.
L'assessorato al bilancio dovrà intervenire sulle
politiche di acquisto di software, mentre
l'assessorato alla new economy (ne abbiamo uno a
Firenze!) dovrà occuparsi di pubblicizzare la scelta
del consiglio comunale di privilegiare l'impiego di
software libero presso la Pubblica Amministrazione.
L'assessorato al personale interverrà per gli aspetti
riguardanti la formazione dei dipendenti.
L'Ufficio Informatica del Comune di Firenze ha preso
con grande interesse la proposta: già adesso software
libero viene largamente usato per i server internet
del Comune, ad es. Linux-Apache.
L'installazione del software libero per le
applicazioni più generiche dovrà essere graduale per
non danneggiare la funzionalità degli uffici e
dovranno essere decisi dei formati standard di
interscambio di dati di testo, fogli elettronici e
immagini. Ci sarà così una maggiore sicurezza teorica
per i dati gestiti e crescerà la cultura informatica
di base.
Con l'impiego di software libero non ci saranno più
rischi di forti multe (o possibili complicazioni
addirittura penali) per eventuali copie di sistema
operativo trovate senza licenza, magari per
smarrimento o installate per errore.
Molti sostenitori del software libero pongono
l'accento sulla sua gratuità. In realtà il problema
economico viene, a mio avviso, in secondo piano. Anche
perchè un'azienda che installa software libero
(sistemi operativi, programmi da ufficio o altro) è
giusto che si faccia pagare adeguatamente.
Probabilmente la spesa informatica sarà meno
imperniata sull'acquisto della licenza del software ma
di più sull'assistenza e sulla formazione del
personale.
Alessio Papini, capogruppo Verdi Comune di Firenze
=====
Anche sul trono più elevato del mondo si é pur sempre seduti sul proprio
sedere. (Montaigne)
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