[PLUTO-refun] Museo informatica e sgombero ex macello
Alberto Cammozzo
mmzz at stat.unipd.it
Wed Aug 1 05:33:24 CEST 2007
Cari amici,
come forse gia' sapete in questi giorni il Comune, su
iniziativa dell'edilizia comunale (e non dell'assessorato alla
cultura), sta provvedendo al trasloco, previo scarto, della collezione
del museo didattico di storia dell'informatica presso l'ex-macello di
via Cornaro, la cui collezione e' stata curata da Francesco
Piva. Questa operazione non e' stata concordata con il museo o con le
associazioni che vi collaborano. La fretta, il mancato preavviso e le
modalita' del trasloco, suscitano forti preoccupazioni su diversi
punti:
- viene interrotta la continuita' dell'attivita' di raccolta
del museo,
- viene interrotta l'attivita' laboratoriale svolta dalle
associazioni che vi collaborano,
- non vi e' alcuna garanzia in ordine a spazi e tempi per il
ripristino delle attivita' del museo e delle associazioni,
- le persone che hanno costituito la collezione, date le
scadenze precipitose, non sono in grado di partecipare allo scarto,
- vi sono forti dubbi sulla legittimita' del conferimento in
discarica da parte del Comune di materiale che e' stato affidato al
museo come ente affiliato a un club UNESCO. Non e' chiaro se il Comune
intende addirittura appropriarsi del materiale.
Ieri pomeriggio io e Francesco Piva abbiamo incontrato
Giuliana Beltrame (PRC), presidente della commissione consiliare
cultura. Abbiamo insistito sull'impossibilita' e l'inopportunita'
politica che il comune proceda autonomamente ed autoritativamente in
questo sgombero con scarto, a rischio di distruggere del patrimonio
culturale e di lacerare il tessuto associativo che vi vive attorno.
Questi sono argomenti che intendo trattare con l'assessore alla
cultura, presso il quale ho chiesto ieri appuntamento, sottolineando
come la collezione sia stata costituita in decine di anni, grazie ai
contributi di privati, ma soprattutto di CNR e Universita', che
restano molto sensibili al destino del museo e ai rischi di
distruzione del patrimonio e del tessuto culturale che il museo
rappresenta.
Abbiamo concordato sulla necessita' di un riassetto che
includa anche lo scarto, ma e' tassativo che si proceda a questa
operazione in seguito all'approvazione congiunta di un progetto che
riguarda l'ex-macello che comprenda l'istituzione del museo di storia
dell'informatica e di un laboratorio. Stiamo lavorando sul progetto,
sul quale vanno coinvolte le istituzioni territoriali, universita' e
CNR.
Abbiamo *forse* ottenuto che non si proceda al conferimento in
discarica del materiale di scarto (che e' cosa diversa dalla
spazzatura), almeno nei prossimi giorni. Un gesto di questo tipo
verra' considerato come apertamente ostile.
E' importante a questo punto:
1) raccogliere un ELENCO DI PERSONE E ISTITUZIONI SENSIBILI
all'argomento, meglio se di ambiente istituzionale (comune, regione,
provincia, CNR, universita', camera di commercio, associazioni
professionali e di altro tipo) che possano essere contattate per una
eventuale raccolta di firme e un sostegno all'iniziativa. Mandate a me
le vostre proposte.
2) aiutare Francesco Piva a stilare un elenco informatico
delle REALTA' CHE HANNO CONFERITO IL MATERIALE AL MUSEO (e che non si
attendono che venga buttato), in base alle ricevute di cui dovrebbe
avere copia. Questo ci servira' per fare pressione sul Comune.
3) raccogliere la disponibilita' delle PERSONE CHE OFFRONO
SPAZI (persona, superficie indicativa in mq) per accogliere materiale.
Se qualcuno conoscesse realta' commerciali o industriali che
potrebbero avere spazi ampi asciutti e sicuri meglio ancora. Questa
deve essere una soluzione di emergenza: il Comune non puo' buttare
cio' che non e' suo. Comunque non va affidatto nulla a nessuno senza
una ricevuta.
4) quelli di noi che eventualemnte collaborano allo scarto si
attengano alle INDICAZIONI DI FRANCESCO PIVA su cio' che va
effettivamente buttato o meno. I criteri di scarto concordati con la
dott. Panti vanno intesi cum grano salis, considerando che nella
collezione non vi sono solo computer, ma macchine elettomedicali e
scientifiche delle quali nessuno di noi sa nulla (inclusa la Panti).
Scusate la lunghezza e grazie per l'attenzione.
Cordialmente,
Alberto Cammozzo
collaboratore del museo
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