[PLUTO-soci] Sogni......

Alberto Cammozzo mmzz a stat.unipd.it
Sab 22 Ott 2005 10:59:25 CEST


On Fri, Oct 21, 2005 at 08:35:46PM +0200, Simone Stevanin wrote:
> Alle 08:43, venerdì 21 ottobre 2005, Eugenio PITTIONI ha scritto:
> 
> > Che ne dite?
> 
> Che sia vero?
> 
> Ho sempre molti dubbi quando si leggono questi articoli che preannunciano una 
> brutta fine per il monopolista di Redmond...che comunque nei prossimi mesi 
> sfornerà abbastanza novità (Vista, WinFS - in ritardo, Avalon, Indigo. Office 
> 12, SQL Server 2005 e altro) rispetto ai competitor citati nell'articolo.
> 
> E' comunque vero che essere una organizzazione così pachidermica ha i suoi 
> svantaggi, soprattutto nei confronti dei concorrenti più snelli, così come 
> comincia ad avere degli innegabili svantaggi anche il dover produrre un 
> sistema operativo dal codice divenuto ormai elefantiaco, dove molte 
> applicazioni di sistema sono interconnesse e dove ogni piccola modifica si 
> ripercuote a cascata su tutto...

	L'articolo dal quale l'espresso trae fonte, senza citarlo,
	sembra essere questo:
	<http://www.businessweek.com/magazine/content/05_39/b3952001.htm?chan=tc>
	Ha toni molto meno catastrofisti di quelli dell'espresso.
	
	MS sta passando da essere una 'great company' a una 'good company',
	specie dal punto di vista del dipendente: l'ambiente positivo se
	ne sta andando, e cosi' gli stimoli intellettuali, il senso di 
	gratificazione, oltre che le stock-options (azioni MS) e alcuni benefici.
	Nel frattempo si fanno sempre piu' sentire i problemi legati
	a prodotti che invecchiano con criticita' strutturali.
	
	Nell'articolo viene citato il problema della difficolta' di aggiornamento dei 
	programmi, che MS condivide con Oracle. Io aggiungerei la crescente impopolarita' 
	dei formati chiusi, che in passato e' stata una formidabile 
	spinta per obbligare i clienti a passare alla "nuova release".
	Moltissimi paesi impongono per legge l'uso di formati aperti.

	Sembra stia succedendo, prevedibilmente, quanto e' successo a tante
	altre grosse aziende, IBM inclusa, molto concentrate sul prodotto
	e meno sui servizi. Molti suggeriscono come cura lo splitting, la 	
	suddivisione in diverse aziende.

	Chi si aspetta che MS improvvisamente facci gli occhi a crocetta  e 
	vada a zampe all'aria puo' aspettare un pezzo. Ma che si ridimensioni 
	il suo ruolo e il suo modo di fare affari, pare inevitabile. 

	Io non escluderei che si butti sul free-software, almeno per certi 
	prodotti, per ridurre i costi di manutenzione e distribuzione 
	di certi software.

 
> > al solito di Linux non se ne parla.......
> 
> Qualche cosa hanno detto in altri articoli. Poco, molto poco.
> Solitamente, ad ogni modo, riprendono temi già proposti da articoli 
> internazionali o da lanci di agenzia su questi argomenti.

	In realta' Linux non e' piu', se mai lo e' stato, il concorrente 
	principale di MS. Ormai la vera alternativa per il mercato
	desktop e' Google. Aspettiamo il Google browser, GoogleOS e poi ne 
	riparliamo. Google e' concentrata sui dati, non sui programmi.
	La sua strategia e' basata sui servizi piu' che sui prodotti,
	rendendola una compagnia molto meno vulnerabile agli alti  bassi
	del mercato e alla necessita' di aggiornare e vendere nuovi programmi.

	Google ha una visione distante da quella tradizionale del Sistema Operativo
	come lo conosciamo, basato sui file. E' basata sui dati, mischiati 
	tutti in un secchio ma facilmente accessibili in diversi modi, tutti
	basati sul contenuto. E' un'autentica rivoluzione, non solo un'upgrade
	della vecchia idea di un file e di un filesystem.

	Va tenuto presente che, con gli attuali criteri e licenze, se anche il software 
	Google residente sui server Google fosse free, (ad es. GPL), Google non sarebbe 
	obbligata a *distribuirlo*, per cui a tutti gli effetti si comporterebbe 
	come software proprietario. Questo chiaramente non vale per il software
	da installare sui PC, che infatti e' proprietario.
	
	Forse dovremmo, come sostenitori del software libero, sognare di meno 
	la "fine di MS" prestare piu' attenzione a quanto succede in casa Google.


	ciao
		Alberto










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