[PLUTO-ildp] La professione di traduttore di software

Hugh Hartmann hhartmann a fastwebnet.it
Mar 26 Maggio 2009 00:57:00 CEST


Ciao Giuseppe e Giulio,
e un saluto "discorsivo" si estende a tutti i partecipanti alla lista .. 
:-))


Giuseppe Briotti wrote:
> 2009/5/25 Giulio Daprelà <giulio a pluto.it>
>
>   
>> 2009/5/25 Giuseppe Briotti <g.briotti a gmail.com>
>>
>>     
>> Succede quando si vuole localizzare a tutti i costi, e si finisce per
>> ottenere una terminologia spesso ridicola. Se a un francese parli di byte
>> aspettati che non ti capisca, perché loro dicono "octet", ugualmente se gli
>> parli di software, perché lo chiamano logiciel, o progiciel (lì non ho mai
>> capito la differenza, e non la sanno nemmeno loro). E il mouse? Beh,
>> ovviamente quello lo chiamano "souris", ovvero topo. Per fortuna non
>> l'abbiamo tradotto in italiano, sennò potremmo immaginare quanti lo
>> declinerebbero al femminile!!!
>>
>> --
>> Giulio
>>
>>     
>
>   
Si sa i francesi sono sempre stati "rivoluzionari" ma cadono un po' sul 
ridicolo se pensano che nei testi tecnici si scriva "souris" al posto di 
mouse .... :-))

Anche se potrebbe dispiacere a qualcuno, l'informatica, l'elettronica e 
altri rami scientifici usano determinati termini ormai consolidati. M 
piace leggere qualche testo di informatica redatto da qualche docente 
universitario italiano che invece di directory usa direttorio e altre 
simili amenità ... :-))

Dato che la lingua che si può parlare e scrivere in tutto il mondo è 
l'inglese non vedo il caso di creare una "babele" di nomi diversi che 
indicano la stessa cosa ma in lingue diverse. mi sa molto di 
campanilismo e diciamolo di provinciale ... :-)) naturalmente a scapito 
della chiarezza e moltiplicando la complessità dovendo conoscere i vari 
significati nelle varie lingue ...... che disastro! ... :-))

> Vero, però è anche vero che gli anglofoni non trovano assurdo chiamare
> le stesse cose "topo" e "parola d'ordine"... io credo sia solo un problema
> di debolezza culturale :-)
>
>   

Non la vedo sotto questa angolazione, le scoperte scientifico 
elettroniche e informatiche provengono per la maggior parte dagli 
"anglofoni", ergo che è stato (ed è ancora) naturale per loro coniare 
dei nomi per determinati dispositivi e per ogni cosa inerente 
all'informatica a all'elettronica. Non vedo la debolezza culturale. 
Analogamente ai termini musicali, qui vorrei dire molto ma per ora è 
meglio non dilungarsi, potrebbe sembrare assai OT ... :-)) Diciamo che 
anche gli anglofoni usano i segni d'espressione in itaGliano e anche 
termini come allegro, adagio, moderato, ecc, ma usano la notazione 
tedesco-inglese, cioè indicano le note con le lettere dell'alfabeto 
così: a = la, b = si, c = do, e così via .... d'altronde i francesi sono 
rimasti con l'antica notazione ut, re, mi, fa, sol la, si, mentre gli 
itaGliani hanno cambiato ut in do per merito di Domenico Doni, per il 
resto usano re, mi, fa, sol, la, si (vedi Guido d'Arezzo anno 1000) che 
fantasia vero? ... :-))

Ci sono altre cose che ci rendono più "forti" culturalmente, per esempio 
le arti pittoriche, la scultura, la musica, infatti nel passato si 
veniva a studiare musica in Italia. (qui ci sarebbe da aprire una 
discussione ma il caldo non mi permette questo .. lusso ... :-))

Non mi sento "menomato" culturalmente perchè uso dei termini anglofoni, 
che poi ci siano dei forti condizionamenti culturali e sociali da parte 
dei modelli anglofoni questo è ormai evidente e ha dato i suoi frutti 
nefasti, ma questo è un altro discorso e, al momento decisamente OT! ... 
:-))
> Se il "mouse" lo avessimo inventato noi e lo avessimo chiamato "topo", credi
>
> che gli americani lo avrebbero chiamato "topo" o "mouse"? E se per lo stesso
>
> motivo non avessimo potuto mutuare "password"? Cosa avremmo usato?
> "Parola chiave"? "Parola d'ordine"? E gli inglesi/americani secondo te
> avrebbero avuto problemi ad usare il loro corrispettivo inglese "password"?
>
> :-)
>
>   

E se le donne avessero la .. coda? ... :-)))

se vuoi si può discutere su di un altro mondo possibile, ma per il 
momento, limitando il nostro campo di azione alle traduzioni e 
revisioni, nel contesto di questi tempi, credo che sia meglio attenersi 
alle convenzioni ... poi se uno vuole tradurre un testo tutto per se, 
traducendo ogni minima parola in italiano, va benissimo, ma se deve 
essere letto da molte persone, allora uno dei modi affinchè  possa 
essere apprezzato è quello di seguire le .. convenzioni ... :-))

Altrimenti anch'io comincio a usare la traduzione di mouse in itaGliano 
al .. femminile! ... :-))


> Noi tendiamo a cedere elementi della nostra cultura... guarda in quanti
> ormai
> utilizzano i termini "settaggi" e "settare"... invece di "configurazioni",
> "parametri
> (di configurazione)" o "impostazioni" e verbi relativi...
>
>   

Io di norma uso impostazione o configurazione anche perchè si è cercato 
di usare le traduzioni ormai collaudate del famigerato glossario. Lo so, 
anche qui si potrebbe discutere a lungo sui criteri che hanno portato a 
scegliere di tradurre alcuni termini e altri no, ma, per il momento si 
rischia di scrivere un trattato sul "sesso degli angeli" e, sebbene sia 
un argomento assai interessante,
per il momento è meglio essere un po' più .. terreni .... :-))

> Tempo qualche anno ed il lavoro dell'ILDP sarà totalmente inutile...
> parleremo
> tutti angliano o italiese :-D
>
>   

Forse sarà utile per tutti quelli che fino a quel (ipotetico) fatidico 
momento avranno usufruito dei nostri "lavori" e soprattutto il nostro 
lavoro sarà servito al nostro miglioramento nella conoscenza di Linux e 
nella pratica delle traduzioni/revisioni .... :-))

Non esistono solo due colori, il bianco e il nero, ma anche tutti gli 
altri e con le relative sfumature, prova a contarli .... :-))


Au Revoire
Hugh Hartmann





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